PREMESSA:
Il tutto nasce da una discussione con alcuni soci
del CAI, che avendo
visto le foto della bellissima discesa
del Fiume Santacroce a Bocchigliero,
entusiasti, avevano
chiesto a me e Massimo di proporla nel programma
Cai di
quest’anno.
PROLOGO:
Allo svincolo dell’A3 SA - RC di Cosenza sud, la
temperatura ondeggia
fra i 30 e i 35 gradi. Una leggera
nebbiolina di calore, bagna di sudore e fa
appiccicare
gli indumenti alla pelle. Quest’afa tremenda gioca
brutti scherzi;
Mentre aspettiamo che all’appuntamento
arrivino gli altri, guardando davanti a
me verso i
contrafforti della Sila, vedo cascatelle rinfrescanti di
acqua
limpida ed in ogni ansa, le “cantine” di
Longobucco con gli osti che ci versano
file e file
di bicchieri di buon vino fresco.
SABATO 27
LUGLIO 2013, ORE 19,30.
Arriviamo a Longobucco un po’ in ritardo, ma tutti
pronti a
carichi e decisi a fare la nostra parte.
Siamo
in 14, oltre ai soci del CAI, abbiamo gli amici di Reggio C. ,
La mia
ragazza di Brescia, due componenti della
squadra forra del CNSAS CALABRIA
“Stazione Pollino”, e
“l’esperto” della zona : Domenico , del CAI di Cosenza.
Il Dott. Torcasio, sempre del Soccorso Alpino, ci
raggiungerà domani.
Ci incontriamo con l’amico Mimmo che ci ha
procurato le stanze per
dormire. Ci sistemiamo
negli alloggi e una bella doccia ristoratrice ci
toglie
un po’ di stanchezza e un po’ di caldo addosso.
Longobucco è un paese
caratteristico, accogliente
e pieno di vita. La sua piazza ci vede tutti pronti
agli appuntamenti della serata, carichi e smaniosi
di iniziare il “giro delle sue cantine” e poi di gustare
una splendida
cena in un locale del posto. La compagnia
è simpatica ed allegra e dopo le
prime due cantine, il
buon vino e le
stuzzicanti degustazioni di prodotti
tipici locali, migliorano
notevolmente il nostro
umore…siamo già belli e pronti per fare…danni!!
Infatti
alla terza cantina, tra foto ricordo particolari
e ilarità generale, l’euforia
è alle stelle cosi come
alticcio inizia ad essere il tasso alcolico. Finalmente
lasciamo Ciccio e la sua osteria e
ci trasferiamo
nel ristorantino. Gli effetti dell’alcool si iniziano
a vedere,
infatti dimentico il borsellino nella cantina, ma
non ci sono problemi e dopo
averlo recuperato,
iniziamo a cenare. La cena è molto gustosa e tra
un
bicchiere e l’altro, un piatto di pasta
e una fetta
di carne, la serata scorre allegramente e in modo
sereno, finchè non vengono a chiamarci alcune
persone del luogo,
preoccupate perché hanno visto
dei tipi arrampicarsi sui muri del ristorante,
della
chiesa e di altri palazzi. Usciamo e li tranquillizziamo,
mentre una
piccola folla di persone incredule, con
gli occhi sbarrati, si chiedono cosa
stanno facendo
e se sono usciti di senno. Allora dopo aver spiegato
che sono
arrampicatori e che se vedono un muro
non riescono a resistere, si calmano e
forse ci
prendono per matti anche perché nel frattempo
se ne sono aggiunti
altri, fra cui il sottoscritto.
Ed è in questo frangente che conosciamo un
personaggio straordinario:
Il mitico “Compa Filippo
di Longobucco”.
Un tipo originale e pittoresco che
si avvicina e ci chiede: “ma cosa
state facendo”?? “
dove volete salire su quei muri”?? Alla fine la
serata
prosegue con noi che arrampichiamo su
ogni muro della piazza, “Compa Filippo”
che
oltre a far la corte alle dame del gruppo, si arrampica
sulle grondaie e il
giro delle cantine prosegue nei bar,
dove i bicchieri di birra alla spina
sostituiscono quelli
del vino e fanno si che il rapporto con la gente del
luogo, la quale ormai ha capito che siamo un po’
giocherelloni , cioè “Ciuati”,
si salda . E soprattutto
si rafforza quello con “Compa Filippo”!! Intanto è già
quasi mezzanotte, qualcuno è
andato a dormire, e noi
altri, con l’uscita del fiume di domani già quasi
compromessa, decidiamo di seguirli. Cosi
dopo aver
salutato gli altri avventori della piazza e “Compa Filippo”
che ci promette di farsi vedere domani mattina,
ci ritiriamo nei nostri
alloggi.
DOMENICA 28
LUGLIO 2013, ORE 07,00.
Ci ritroviamo tutti al bar per la colazione, un po’
assonnati ma tutto
sommato pronti. Dopo un bel
caffè ci sentiamo meglio e ci prepariamo per andare
via , direzione Bocchigliero , dove si trova la nostra
meta : il Santacroce. Andiamo a prendere le auto
ed ecco che
sentendomi chiamare mi volto e vedo
“Compa Filippo” con uno splendido
Pincher che
viene verso di noi. Saluti e
carezze al cane e siamo
pronti a partire.
Sulla strada per Bocchigliero, ci
aspetta il Dottor Torcasio e quindi
ora la compagnia
è completa: siamo in 16 visto che si è aggiunto anche
l’amico
Mimmo. A Bocchigliero, dopo 40 minuti di
macchina, raggiungiamo il punto dove
entreremo nel
fiume, e qua, lasciata la maggior parte del gruppo, io
e gli
altri autisti andiamo a lasciare le auto a valle del
fiume, cosi da trovarle
quando usciremo dalla forra.
Sistemate le auto, ritorniamo indietro e
raggiungiamo
gli altri che nel frattempo si sono preparati con mute,
discensori
e quant’altro serve. Cambiatici anche noi
ci avviamo, anche perché son quasi le
11,00 e
abbiamo 4 km di fiume da percorrere e 5 o 6 salti da fare.
Il Santacroce
è un bellissimo fiume che scorre a
Bocchigliero e sfocia nel Mar Ionio, data la
poca
altitudine (600 m circa), l’acqua è
abbastanza calda
e data la stagione la portata è limitata. Il percorso
integrale, che faremo oggi,
prevede circa 5 salti
tecnici di cui l’ultimo di 22 m da affrontare con
attrezzature e tecniche da
forra. Dopo un breve
briefing, iniziamo a discendere il fiume e dopo un
po’
arriviamo al primo salto. I tecnici della squadra,
subito preparano le
calate e dopo un po’ siamo
pronti a
scendere. Tutti imbragati e attrezzati chi
con discensori a otto e chi con
“pirana”, iniziamo
la calata. La maggior parte del gruppo, ha già avuto
esperienze di questo genere, ma per altri è la prima
volta e nei visi scorrono
emozioni diverse:
preoccupazione, paura, coraggio, determinazione
, gioia
e soddisfazione. Superato il primo salto
si continua a scendere tra tuffi, toboga, pozze
d’acqua in cui bagnarsi e
divertirsi. Al secondo
salto Fernanda, rompe il ghiaccio e fa la sua
prima
calata in modo autonomo. Se la cava
benissimo, ormai è pronta per affrontare
anche
il resto, nonostante la normale “fifarella”.
Tutto procede per il meglio,
tutti hanno
assaggiato la forra e preso
confidenza coi
discensori e con le calate e quindi si procede
in modo veloce,
anche perché essendo in 16
e avendo due corde, nel frattempo che il resto
del
gruppo finisce di calarsi, chi è già sceso va
avanti ad attrezzare l’altro
salto e inizia l’altra
calata. D’Estate è sempre magico discendere i
fiumi, e
questa esperienza di guidare una uscita
ufficiale del CAI di Castrovillari (che
tra l’altro è
la prima in assoluto), in una forra tecnica, è
straordinario.
Cosi come sono straordinari tutti
i partecipanti. Siamo bella gente che sa
divertirsi
ma sa anche come comportarsi quando si fanno
le cose serie, dove la
sicurezza e l’umiltà,
vengono al primo posto.
Si continua a scendere tra foto ricordo, pause
per sgranocchiare
qualcosa e giochi d’acqua,
l’umore è sempre allegro anche se qualcuno
non
abituato a queste esperienze, inizia a
sentire un po’ di stanchezza.
Arriviamo all’ultimo salto, il più lungo…il più bello!!
La cascata
grande!! .
Qua il fiume forma una pozza di acqua limpida
e poi scorrendo in una
strettoia , precipita a valle
in uno spettacolare salto di 22 m. Mentre ci
prepariamo, i bravi tecnici hanno già attrezzato
la calata e sono pronti a far
calare le persone.
Questa è la seconda volta che faccio questo fiume
e
l’emozione è sempre grande, quando sei
li sopra
con l’acqua che scende in mezzo alle tue gambe e
tu che danzi sulla
roccia bagnata, il tempo si
confonde con lo spazio e non esiste nient’altro,
vai quasi in trance e ti svegli solo dopo che ti sei
tuffato nella pozza alla
fine della cascata e, con
l’acqua che scorre sopra la tua testa, metti a fuoco
le cose , le persone, i rumori e ritorni nella realtà
con la gioia nel cuore e
la soddisfazione nel viso.
Uno alla volta ci caliamo, da giù arrivano le grida
di incoraggiamento
e gli schiamazzi di chi è già sceso
e con la concentrazione al massimo, passo
dopo
passo arriviamo giù, dove gli abbracci,
le pacche sulle
spalle e i complimenti specie alle nostre quote rosa
(Karlaaaa, Fernanda, Mariella, Concetta e Giovanna)
e a chi ha fatto per la
prima volta questa esperienza,
non si contano.
Scesi tutti possiamo abbandonarci a un bel bagno
liberatorio dove gli
urli e le grida la fanno da padrone.
Abbiamo superato alla grande il tratto
tecnico e
difficoltoso e anche se alla fine del percorso manca
ancora tanto, il
morale è alle stelle e la
contentezza è tanta.
Dopo l’inevitabile foto di gruppo, ci avviamo
verso la fine di questa
bella avventura .
Per arrivare alle macchine, abbiamo ancora
un’ora e mezzo di
fiume da scendere, e anche se
non ci sono salti, bisogna proseguire con
prudenza
e doppia concentrazione perché gli incidenti
succedono proprio quando
si è stanchi o quando
si crede che i pericoli siano finiti.
Per fortuna tutto
procede per il meglio e chi
prima e chi dopo, arriviamo al punto dove
sono
state lasciate le auto.
Dopo esserci cambiati e rifocillati, facciamo
un breve briefing finale
in cui ognuno
esprime le proprie considerazione , e felicitandoci
un po’ tutti
per la buona riuscita dell’escursione,
ci avviamo verso Bocchigliero dove ci
aspetta
una bella birra alla spina ghiacciata…naturalmente
“media”!!! E’
arrivato il momento dei saluti,ognuno
deve rientrare alla propria casa, la
strada è bella
lunga e per alcuni anche molto.
E’ sempre un piacere rivedere
tanti amici ,
sparsi un po’ dappertutto, è bello fare cose assieme,
è bello
fraternizzare, è bello condividere esperienze
di questo genere. Io poi sono
particolarmente contento
per Fernanda , la mia ragazza. Le ferie sono state
organizzate anche in virtù di questa uscita, e il fatto
che lei ha preso
confidenza con le tecniche e il
discensore, e alla sua seconda esperienza di
questo
genere, si è gestita autonomamente nelle calate ,
anche nell’ultima, la
più alta, superando la prova
in modo
positivo come una “buona aspirante forrista”,
mi riempie di gioia e di
soddisfazione.
D’altronde per stare con me ormai da tutto
questo tempo, deve
essere un po’ pazzerella anche lei.
Arrivati al punto dove avevamo lasciato le
macchine “superflue”, i
saluti , i baci e gli abbracci si
susseguono e poi ognuno, con la promessa di
rivederci presto, prende la via di casa.
EPILOGO
Cosenza questa sera è abbastanza fresca e ventilata.
Alla pizzeria
“Walter”, i tavolini fuori son quasi tutti
pieni ma qualcuno è ancora libero.
Siamo in cinque, abbiamo sete…abbiamo fame!!!
Siamo quelli che restano…
quelli che ancora hanno un briciolo di energia.
La ragazza ci porta la brutta notizia che la
birra alla spina è finita,
è una vera sfiga!!!
Ma possiamo sempre rimediare con quella
in bottiglia.
Arriva la pizza, arriva la birra
e arriva il resoconto della giornata, i fatti
salienti,
cosa è andato , cosa non è andato.
Ma soprattutto arriva la
consapevolezza che
ormai viviamo di queste cose, e mentre andiamo
via e ci
salutiamo, le nostre parole
sono: “Allora…??? a che ora ci troviamo per l’altro
fiume”????