sabato 29 ottobre 2011

*** IL TOUR DEL BLUMONE ***

Era da tempo che Fernanda, la mia ragazza, voleva
farmi visitare le sue montagne.
Mi parlava spesso di una sua lontana escursione ad
un posto chiamato "Lago Della Vacca" e ricordava
che era un luogo molto bello.

Voleva che ci andassimo assieme, ma lei non
ricordava i sentieri e quant'altro, però le sarebbe
piaciuto andarci di nuovo con me.

Allora inizio una ricerca su internet e trovo il
posto. Il Lago Della Vacca, un lago molto suggestivo
posto ad un'altezza di 2340 m, ai piedi del Cornone
di Blumone (2843m) , Cima del Gruppo Dell'Adamello
nelle Alpi Retiche Meridionali.


Sempre su internet, scopro che vicino al lago, ad
un'altezza di 2362 m, sorge il Rifugio Tita Secchi che
ti offre la possibilità di pernottamento e funge da
base per tante escursioni nella zona.
Mi rendo conto che l'escursione è fattibile. Basta
solo cercare i sentieri e prenotare un notte al rifugio.
Dopo una lunga ricerca trovo i punti di partenza, i
sentieri e tutte le informazioni utili per la nostra
sortita. Naturalmente da buon alpinista, propongo
di salire anche sul Cornone di Blumone, e visto che
stiamo su 2 giorni, è cosa fattibile.

Prenoto il rifugio per il sabato 18 giugno 2011.
Ed eccoci pronti a partire!!!
Il punto di partenza è il sentiero che parte
dalla Locanda Del Gaver. Arriviamo sul posto
il sabato mattina con un tempo che non promette
niente di buono. Grossi nuvoloni adornano un
cielo grigio e una nebbiolina umida ci accoglie
appena scendiamo dall'auto.

Imbocchiamo il sentiero molto ripido e con non
pochi sforzi iniziamo a salire di quota. Fernanda,
che non è abituata a certi dislivelli, inizia a
lamentarsi con i suoi "Uffa" e i suoi "ma chi me
l'ha fatto fare" e a me fa ridere perchè mi
ricorda le altre escursioni che abbiamo fatto
sul Pollino.

Il sentiero del Gaver è un pò tosto, 1000m di
dislivello, ma anche molto bello. Dopo un inizio
forse un pò noioso , ci si inoltra tra il verde e gli
scenari che si offrono agli occhi, sono stupendi.

Peccato che oggi il tempo è nuvoloso e quindi non
ci permette di ammirare tutto ciò che ci circonda,
in più ha iniziato a piovigginare leggermente e
quindi ci aspetta forse anche una bella bagnata.

Continuamo a salire, a volte in silenzio,a volte
distanziandoci a volte vicini, questo mi
permette di pensare, di godere completamente
questa uscita, in compagnia di Fernanda, nelle
sue montagne, per la prima volta.

Amo la montagna in tutte le sue forme e in
tutte le sue sfacettature... da un certo punto
di vista potrei dire che è la mia vita. Salire,
affaticarsi, scoprire posti diversi, ammirare
bellezze nuove, è fantastico.


Poi se lo fai assieme alla donna che ami, lo è
ancora di più.

Ormai avanziamo nella nebbia umida, con scarsa
visibilità, ma i segnali del sentiero ci guidano
senza possibilità di sbagliare. Sembra che non
arriviamo più, ma da come è cambiato il paesaggio
e da come il sentiero è diventato un pò più docile,
non dovrebbe mancare molto.



Ogni tanto mi fermo e mi giro ad aspettare Fernanda,
nella nebbia la sua giacca rosa, spicca come un faro
e il suo immancabile sorriso, mi fa venire voglia
di stringerla forte. Allora con un bacio la
incoraggio a tenere duro, "che siamo quasi arrivati"
le dico, e lei mi risponde di si sapendo che sono
ore che gli ripeto le stesse cose.



Finalmente arriviamo al passo , nella nebbia assoluta,
e i cartelli ci dicono che il rifugio è a un quarto d'ora
di distanza. Questo ci incoraggia e dopo un paio di foto



di gran lena superiamo gli ultimi metri ed ecco che
nella nebbia sbucano il rifugio, il lago e alle sue
spalle la nera forma del Blumone.




Arriviamo appena in tempo, perchè subito dopo
si scatena un bel temporale, ma per fortuna noi
siamo già dentro. Fernanda è molto stanca, ma
una bella doccia ristoratrice e un buon pranzo
nel calduccio del rifugio, ed ecco che siamo
pronti per farci un giretto fuori.




Valeva davvero la pena salire quassù... Il lago della
Vacca è molto bello e le montagne che lo circondano,
molto caratteristiche.

Ci sbizzarriamo a fare foto e ad osservare mentre il
cagnolino del rifugio ci fa compagnia.

Io provo una grande soddisfazione, perchè è
molto bello andare in montagna anche dove non
conosci e riuscire ad arrivare alla meta, anche con

condizioni non agevoli, è gratificante. Poi vedere
che la propria donna ti si affida, ha fiducia in te
è motivo di orgoglio. Questa escursione è
qualcosa di più di una camminata, è sentimento,

è amore, è voglia di stare assieme, è consapevolezza
che l'uno con l'altra possiamo superare qualsiasi
ostacolo, è una prova, è la conferma dell'essenza
del nostro rapporto.


Finalmente la nebbia un pò si dirada e il Cornone
di Blumone si mostra in tutta la sua avvenenza.
Il mio occhio d'alpinista subito individua un bel
canalino innevato da fare con ramponi e piccozza,
magari assieme al mio amico Max, ma per questo
c'è tempo. Spero solo domani di riuscire a
salire lassù dal sentiero normale.


Il giorno dopo un sole caldo ed una giornata limpida
ci danno il buongiorno quando usciamo dal rifugio.

Stanotte ha nevicato e le temperature si sono
abbassate tanto che la neve è bella dura.

Imbocchiamo il sentiero che porta al passo del
Blumone ma presto ci accorgiamo che non è
possibile preseguire con queste condizioni.

Ci vorrebbero i ramponi e noi non li abbiamo. Niente da
fare, dobbiamo tornare indietro. Ritorneremo
un'altra volta.


Ne aprofittiamo per godere il panorama che ci
circonda e per fare qualche foto.

Ciò che possiamo vedere è fantastico. Il cielo è
azzurrissimo e il lago splende e riflette
i colori della montagna.

Giro lo sguardo a 360 gradi e i miei occhi si
sublimano alla vista delle montagne, della neve
del lago, del rifugio, di tutto.

Ho voglia di abbracciare il mondo, ho voglia
di abbracciare Fernanda, mi sento felice.

Lancio un'occhiata al Blumone e gli dico
che presto sarò lassù.


Al ritorno decidiamo di fare l'altro sentiero, quello
che porta alla Malga Cadino e poi dopo la Corna
Bianca proseguiremo a sinistra fino a ricongiungerci
al sentiero che ci riporterà al Gaver.


Arriviamo al Passo della Vacca dove c'è la
caratteristica roccia che ha le sembianze del
quadrupedo e facciamo qualche foto.

Le cime di alcune montagne mi ricordano le
Dolomiti. E' bello pensare che bastano un paio
d'ore per uscire dalla normalità e tuffarsi

in un mondo incontanimato dove la natura si
mostra in tutte le sue forme e in tutta la sua
bellezza. Quassù non ascolti i rumori della

quotidianità, quassù riesci a dimenticare le
fatiche della vita ed anche le cattiverie degli
uomini che la fanno da padroni su tutto,

dimenticando che su questa terra abbiamo un
ruolo esattamente come tutti gli altri esseri
viventi e non abbiamo nessun diritto di

distruggere ciò che madre natura ha creato in
modo intelligente e perfetto.

Seguendo il sentiero a zig zag , scendiamo presto di
quota e il passo è già lontanissimo. La Corna Bianca
ci sovrasta dall'alto mentre la aggiriamo sul sentiero
e le macchie verdi che adornano le sue rocce, fanno

da cornice alla sua dura roccia. Il Blumone ci
osserva da lontano e ci lancia un saluto dall'alto.

Arriviamo alla fine del sentiero , alla fine di questa
2 giorni, stanchi ma soddisfatti... e felici. Lancio un
ultimo sguardo alla montagna e gli do appuntamento
fra qualche settimana. Poi prendo Fernanda per
la mano e ci avviamo verso la vicina Locanda del
Gaver dove ci aspettano un bel piatto di casoncelli
e un'appetitosa porzione di stufato di cinghiale.
Il tutto naturalmente annaffiato da una promettente
bottiglia di vino rosso...espressamente della Francia Corta.

10 luglio 2011.
Come promesso ci ritroviamo di nuovo sul sentiero
n. 19 che porta al Lago della Vacca.
La giornata è bella, il cielo azzurro ogni tanto
viene solcato da qualche nuvola e fa caldo.
Il verde della montagna è variopinto e i
molteplici colori dei tanti fiori, adornano
le sue forme.

Io e Fernanda siamo di nuovo qui, decisi, pronti
e carichi per quest'altro appuntamento.

Stavolta siamo anche più preparati perchè
sappiamo cosa affontare, visto che ci siamo
stati due settimane fa.

Anche se, in due settimane, la montagna sembra
cambiata, le rocce sembrano splendere di più, il
verde è più intenso e i colori dei fiori la rendono
armoniosamente bella.

E' bello essere di nuovo qua assieme a Fernanda.
Più passa il tempo e più il nostro amore si rafforza,
tutte le volte che ci vediamo è come se fossimo
davvero in "luna", come sfotte il mio amico Max,
lui lo dice per scherzo ma è davvero cosi.


Poi in montagna è come se tutto si raddoppiasse,
la vita assume toni diversi, ti senti di essere più
dolce, più buono, senti di poter dare di più.

Non so se succede solo a me, ma io quando sono
in montagna, sento di amare di più, di poter
dare tutto me stesso, di voler bene al mondo
intero, di essere più vicino a tutti e sopratutto
alle persone a cui voglio bene e amo.

Il sentiero della Malga Cadino è più dolce e più
corto e in breve tempo arriviamo al passo ed al
rifugio Tita Secchi.

Ci concediamo una breve sosta per un caffè ed
anche per scattare qualche foto oltre che per
riposarci un pò.

Ed eccoci di nuovo in cammino, destinazione Passo
del Blumone e poi vetta.

Quassù c'è ancora un pò di neve ma visto il
periodo e il caldo non comporta problemi.

Iniziamo a salire mentre il mio sguardo cerca di
assimilare tutti i particolari di ciò che ci circonda.
Il sentiero è il numero 1, dell'Alta Via dell'Adamello
che prima o poi voglio andare a fare.

E' impressionante come in 20 giorni il paesaggio
è cosi cambiato. Dove c'erano metri di neve, ora
è rimasta qualche lingua e i sassi e le rocce la
fanno da padrone.

Man mano che saliamo il lago e il rifugio si
rimpiccioliscono e altri orizzonti si aprono
ai nostri occhi.



Arriviamo al passo e possiamo vedere l'altro versante.
Intorno a noi solo montagne e montagne a perdita
d'occhio.

Vorrei saper dare un nome a tutto ciò che vedo ma
non conosco questi posti. Da qui, oltre che il
sentiero per la vetta del Blumone, partono anche
altri sentieri che vanno in direzioni diverse.
Nella mia brama di montagna, vorrei percorrerli
tutti.

Fernanda mi dice che non se la sente di salire
sul Blumone. Mi dice che mi aspetta al passo e
mi incoraggia ad andarci. Io voglio andarci e allora
con un bacio e la promessa di fare presto, mi avvio

sulla ripida salita iniziale del sentiero.
Superato il tratto iniziale, si vede il sentiero che
porta alla cima. Allora siccome voglio accorciare
il tratto, penso di tenermi un pò più alto in modo

da poter arrivare prima alla svolta.
Arrivato sotto alla vetta mi accorgo invece che da
li non si può accedere e devo trovare un qualcosa di
alternativo o tornare indietro.
E qui subentra come altre volte in passato, la
mia diciamo "ciutia" e passione per il rischio.
Individuo un percorso che dopo si rivela

elettrizzante ma che all'inizio mette un pò di
apprensione. Supero un tratto con una facile e
non impegnativa arrampicata e mi trovo su una
cengia molto esposta che taglia la parete della vetta.
Ormai non posso più tornare indietro. Con i sensi
all'erta e sperando che la cengia non si interrompa
dopo la curva, mi abbraccio la parete ed inizio,

con l'adrenalina a mille, a percorrere la cengia.
Per fortuna questa prosegue e dopo la svolta mi
porta pochi metri sotto la vetta, dove incrocio
il sentiero normale.
Tiro un sospiro di sollievo, forse ho fatto un azzardo
ma tutto è bene quel che finisce bene.

Supero pochi metri e sono in vetta. Il mio sguardo
può spaziare da tutte le parti e mi emoziono alla
vista di tanta bellezza.
Il lago giù in basso è piccolissimo e in ogni direzione
volgo lo sguardo, vedo solo montagne e cielo.


Il silenzio del luogo è rotto solo dai sibili del vento e
dai click dell'otturatore della mia macchina
fotografica che immortala queste splendide visioni.

Ho mantenuto la promessa che avevo fatto al
Blumone 20 giorni fa: Eccomi in vetta.
Peccato solo che con me non c'è Fernanda per
condividere assieme a lei questi momenti e queste
visioni fantastiche.

Ma tra poco la raggiungerò e stringendola forte
a me, le trasferirò tutta la felicità e le emozioni
che mi ha dato questa montagna.

Mi accorgo di stare esagerando con le foto, nel
frattempo arriva qualche altra persona sulla
vetta a interrompere questa specie di simbiosi
che si è creata fra me e questo luogo.

Sotto la croce che c'è sulla vetta, faccio una muta preghiera
di ringraziamento al Signore e mando un saluto al
mio papà, che ogni volta salgo su una montagna, sento
più vicino.

Dopo un 'ultimo giro di sguardi all'infinito, mi avvio
sulla via del ritorno. Sul sentiero normale questa volta.

Neanche il tempo di accorgermene e arrivo al
passo dove trovo il mio amore che mi aspetta.

La stringo forte e le racconto tutto, prendendomi
i suoi rimproveri per la mia, diciamo cosi, "incoscienza".

Ma sono troppo felice ed eccitato per aver
raggiunto l'obiettivo e poi so che ha ragione,
ma in quel momento non potevo sapere cosa
avrei trovato li sopra. Però era giusto seguire
il sentiero normale.

Solo che cosi mi sarei perso un momento adrenalinico
e non avrei vissuto quelle sensazioni magiche che
si vivono solo quando senti che il pericolo è
vicino e il rischio fa a botte con la prudenza.

Oh... d'altronde sono un pò "folle" e queste cose
alimentano la propria follia.

Dopo essermi un pò rifocillato, ci prepariamo
per tornare. La discesa è più agevole e pian piano
iniziamo a perdere di quota e ci dirigiamo verso
il rifugio.



Al rifugio ci fermiamo per prendere qualcosa di
caldo e riposarci un pò prima di lasciare questi
luoghi stupendi.

Lasciatoci il rifugio alle spalle, ci dirigiamo
verso il Passo dove la "Vacca" domina tutta
la vallata. Alle mie spalle il Blumone si
erge in tutta la sua autorità.

Gli volgo un'ultima occhiata e mi sembra di
immaginare la sua nera figura come un'animale in
agguato che mi guarda con occhi pieni di rispetto.




Ci lasciamo la "vacca" alle spalle e imbocchiamo
il sentiero a zig zag che ci porterà alla Malga Cadino,
dove abbiamo lasciato la macchina.

Anche quest'altra splendida giornata è finita, una
altra bellissima esperienza fatta di natura, forza,
amore, incoscienza e caparbietà.

Scendo verso la pianura con dentro una grande forza,
forza che mi è stata donata dalla mia Fernanda
che mi ha permesso di visitare questi luoghi assieme a lei
e all'amore che ci unisce, vivendo queste due
ascensioni con lo spirito di chi unisce l'amore
alla passione per la montagna.
Alla forza aggiungo le bellissime emozioni e le tante
sensazioni che ho provato in questi giorni stupendi
che io ho cercato di riassumere con le mie parole
e le immagini di quello che ho definito:
"IL TOUR DEL BLUMONE"