venerdì 17 aprile 2009

*** IN ALTO .... verso il cielo ***
































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































Alzarsi col pensiero di una bella giornata da vivere... partire
senza una meta, senza sapere dove andare, cosa fare...
affidarsi a lei... alla montagna..l.a montagna che decide sempre
e comunque.
La gioia di ritrovarsi di nuovo insieme all'amico con cui si
condividono magiche emozioni...
la voglia di fare qualcosa di speciale...di unico...che lasci una traccia...
la speranza che la montagna sia clemente.
E' bello ritrovarsi...preparare l'attrezzatura...sentire il tintinnio
dei moschettoni...indossare l'imbrago...sentire il peso dello zaino
sulle spalle...avanzare nella neve.
Ammirare la bellezza dei luoghi...il cielo grigio...le vette avvolte
nella nebbia...la neve morbida...il sole che fa capolino tra le nubi...
il vento che sferza il viso.
Il silenzio rotto solo dal rumore dei passi che ritmicamente
avanzano nella neve... nella testa mille pensieri...intense emozioni...
sensazioni strane....voglia di alienazione.
La fatica che si fa sentire...il dubbio di non farcela...la forza di
continuare...la costanza di non mollare.
L'arrivo ai Piani di Pollino...la veduta sublime che fa passare ogni
stanchezza...
La distesa candida e soffice che si perde nell'infinito...
le macchie scure degli alberi...le cime dei monti che svaniscono
nelle nuvole...due puntini che avanzano nell'immensità del bianco.
La montagna che è poesia....paesaggi incantati che deliziano la
vista...luoghi da fiaba che sublimano i sensi.
E' ora di decidere cosa fare. Le condizioni rivelano dei lati ostili
che implicano prudenza. I segni della caduta di valanghe
le creste deformate da cornici di neve, precludono la
possibilità di scalata su un versante. Mentre gli occhi avidi
scrutano in ogni direzione, ecco che alla vista
appare l'obiettivo.
E' lui!!! senza ombra di dubbio.
Una striscia di bianco in mezzo agli alberi che si inerpica tra le ripide
rocce e sale...sale...IN ALTO...VERSO IL CIELO.
Alla base gli ultimi preparativi e poi i primi passi... con lo sguardo
ansioso ma deciso...verso l'alto.
La vista del ripido canale che fa paura...la vibrazione del rischio...
l'ebbrezza del pericolo...la consapevolezza che nessuno ha mai
scalato quel pendio irto...il desiderio di conquistarlo...il richiamo
irresistibile della vetta.
Poi è tutto un susseguirsi di flash...azioni meccaniche...le piccozze
che penetrano nella neve...le punte dei ramponi che scalfiscono il
manto bianco...la pendenza che fa girare la testa...le vetta in alto
sempre più lontana...alle spalle il vuoto e l'altezza che creano lievi
smarrimenti.
Poi ancora su legati uno all'altro...passo dopo passo...stanchi ma
tenaci...timorosi ma decisi...fin quando si posano i piedi sulla sottile
striscia della meta.
Un abbraccio liberatorio allenta la tensione....l'impresa è compiuta.
Neanche il tempo del meritato riposo...l'urlo minaccioso del tuono
riporta alla realtà.
L'incombenza del pericolo spinge ad abbandonare di corsa la vetta.
Gesti frenetici...passi affrettati... giù per il pendio...mentre la prima
grandine mista a nevischio, inizia a bersagliare le giacche a vento.
E' la montagna che cambia....E' la montagna nei suoi elementi...nella
normalità... qua è l'uomo l'estraneo...e deve sempre pagare il prezzo.
Ma non importa!! Non importa la grandine...la nebbia...il vento...la
pioggia. Non importa la stanchezza.
Ciò che importa è sentirsi parte di questo magico mondo...sentire il
corpo che vibra... provare l'ebbrezza dell'ignoto...sentirsi vivo...
essere libero di volare.
E come canta il mio amico Danilo ...dei Nomadi:
*************
"ho lasciato vagare i pensieri dentro all'aria che va...
come un fiume in piena dopo un alluvione...
e ho una dimensione ...di ciò che vedo e sento
la vita che mi scorre nelle vene come un canto...
e ho una dimensione di ciò che vedo e sento
la stella più brillante dentro al proprio firmamento..."

mercoledì 8 aprile 2009

***SULLE ORME DI SAN FRANCESCO***.....


PROLOGO:
E' sempre una bellissima esperienza.
E' sempre una grande emozione.
Quello di quest'anno è il mio 14° pellegrinaggio, ma è sempre
come se fosse il primo. Quando viene il periodo, inizio a sentirmi
elettrizzato, mi prende una smania, una voglia, conto i giorni
desidero che passino in fretta per poter partire. E questa cosa


questa vibrazione, la percepisco anche nei miei amici, nei
compagni di viaggio di questa straordinaria traversata.
E' da anni ormai che condividiamo questa esperienza, la
sentiamo nostra, ci prende, fa parte di noi. Negli ultimi giorni
non si parla d'altro, non esiste nessuna cosa. Io faccio e disfaccio
tante volte lo zaino, mi fa sentire pronto a partire anche se il
giorno non è ancora arrivato.


2 APRILE 2009 ore 02,00:
In piazza a Mongrassano, oltre al nocciolo duro: Io, Pasqualino,
Paolo, Tonino, Marcello, Tonino, ci sono due "new entry".
Siamo pronti, carichi, zaino in spalla, il bastone, compagno di
tutti i passati viaggi (quest'anno gli farò la 14a tacca).
La notte è tiepida non c'è vento, alle 02,20 dalla località
"aia del vento", iniziamo a percorrere il sentiero che ci porterà
14 ore dopo al Santuario di Paola.

La montagna è splendida stanotte, non si muove una foglia,
ogni tanto il suono di qualche animale notturno, per il resto
solo silenzio e buio e otto luci che seguono le ORME DI SAN
FRANCESCO DI PAOLA.
Il cammino è lungo e faticoso, ormai siamo consapevoli di cosa
ci aspetta. Negli anni passati abbiamo incontrato di tutto: pioggia,
nebbia, vento, neve, grandine, niente ci ha mai fermato. Siamo
partiti comunque a prescindere dalle condizioni del tempo,
ormai è una devozione, una promessa. Giorno 2 aprile noi dobbiano
essere là. E siamo sempre arrivati: A volte acciaccati, stanchi,
a volte provati ma sempre con lo spirito e la voglia di andare a
prostrarci vicino al Santo per ricordargli la nostra devozione.






Arriviamo al rifugio a Serra dei Muli, sono le 04,30. Prima sosta.
Accendiamo come consuetudine vuole il fuoco. Ci asciughiamo il
sudore e ci rifocilliamo un pò. Nel frattempo il tempo è cambiato,
una fitta nebbia umida ci accoglie ed ogni tanto una sottile
pioggerellina ci ricorda che qualche sacrificio qualche penitenza
dobbiamo farla per redimerci da qualche peccato e poterci
presentare di fronte al Santo un pò più puri.

Alle 05,15 si riparte. Equipaggiati di tutto punto iniziamo
a camminare e presto arriviamo al "Faggio di San Francesco"
dove ci fermiamo per salutare la statua del Santo, fare una
preghiera e chiedergli di guidare i nostri passi fino alla sua casa.
Ripartiamo e subito ci aspetta la dura salita che porta alle
"cinque vie". Uno spiraglio di luce, una striscia di cielo grigio
nella coltre di nebbia, ci fa capire che sta facendo giorno mentre
noi attacchiamo la ripida rampa che sale alla cresta.









Da qui in avanti il cammino diventa più agevole, l'atmosfera
è allegra e divertente grazie alla simpatia di Paolo e di
tuti gli altri. Si avanza ridendo ed in armonia. A volte ci
isoliamo per pensare, per riflettere, poi di nuovo insieme
a chiacchierare a ricordare storie passate. E' un fiume che scorre
una girandola di emozioni e sensazioni dovute a tanti fattori:
il pellegrinaggio; la bellezza della montagna, dei boschi; il
divertimento; le riflessioni; l'incontro con qualche animaletto raro;
il cammino.

Questo è lo spirito di questo gruppo, quello che ci contraddistingue.
La nostra semplicità, la nostra umiltà, la nostra amicizia, la
nostra bontà.
Proseguendo sempre nella nebbia e sotto la pioggia, arriviamo
a località "5 miglia". Qua la sosta è d'obbligo e si mangia qualcosa.
Dopo una fermata più o meno lunga, si prosegue per la località
"laghicello" e da li si imbocca il sentiero che porta sul crinale
della montagna che sovrasta Paola ed il Santuario di San Francesco.
Adesso la stanchezza si fa sentire ma ci sentiamo pronti ad
affrontare l'ultima tappa che è anche la più difficile perchè è
tutta in discesa e dopo 10 - 11 ore di cammino, le articolazioni
sono un pò provate.












La nebbia non ci vuole lasciare, sotto di noi c'è solo uno
spesso manto di nubi miste alla nebbia , là dove c'è il Santuario
ed il mare. Ogni volta che arrivo qua, provo una grande emozione.
Vedere la meta, mi fa sentire bene, mi fa passare la stanchezza.
Penso che i miei sforzi alla fine sono serviti perchè sto arrivando.
Da qui quando il tempo è limpido, con la vista si può spaziare su
un ampio tratto della costa tirrenica. A volte vedere lo Stromboli.
Poi i primi contrafforti dell'Orsomarso che sembrano vegliare
sulla costa. Sotto, ancora, la Casa di San Francesco, che ti lancia il
mistico richiamo. Gli spazi sembrano restringersi e la via appare
evidente, bisogna solo percorrerla.














Mentre facciamo l'ultimo tratto di strada, la nebbia ci lascia
ed il sole coi suoi raggi oltre a riscaldarci, illumina di riflessi
dorati il Santuario.
Arrivato al Fiume di San Francesco, mantengo una promessa
fatta qualche giorno prima e lo trapasso a piedi nudi, poi aspetto
i miei compagni e ci avviamo verso il Santuario, per andare,
come prima cosa, ad inginocchiarci davanti alla cappelletta
dove il Santo faceva penitenza. Il viaggio è finito.
Siamo arrivati.






















































































































































































































































































EPILOGO:

Ripercorrere le ORME DI SAN FRANCESCO, è un qualcosa
che viene da lontano, qualcosa che si era perduto, qualcosa
che si è ritrovato. Non è una semplice camminata, non è un
semplice pellegrinaggio... partire...arrivare... e via, ma è
molto di più.
Per ognuno di noi che ormai da anni lo facciamo, è un qualcosa
di profondo, è una prova, è una devozione.
-E' amicizia, perchè condividiamo momenti di grande comunione che
non fanno altro che rinsaldare quei rapporti già ben instaurati.
-E' fare i conti con la propria coscienza. In queste ore sono tanti i
momenti di solitudine e di isolamento in cui uno è solo coi suoi
pensieri e con se stesso ed affronta le proprie paure, fa le sue
riflessioni serenamente, cerca di riconoscere i propri errori,
rafforza le proprie certezze e le proprie convinzioni.
-E' allegria, è divertimento, è svago.
-E' sacrificio, è sforzo, è penitenza.
-E' ammirazione della natura in tutti i suoi elementi.
-E' gustarsi la notte.
-E' vedere spuntare il nuovo giorno.
-E' assaggiare la nebbia, la pioggia, la neve.
-E' sentire il vento.
-E' ascoltare i suoni della montagna.
-E' riscoprire la montagna.
-E' percorrere ogni anno lo stesso sentiero ed ogni anno
ritrovarlo cambiato, diverso.

-E' vedere i luoghi, i boschi che si attraversano , ed ammirarne
le bellezze.
-E' attraversare la montagna ed arrivare al mare.
-E' sentire il canto degli uccelli.
-E' scrutare l'orizzonte, riempirsi della vista del mare dall'alto.
-E' sentirsi stanchi ma avanzare lo stesso.
-E' pregare, riscoprire la fede.
-E' provare quella indefinibile emozione quando si arriva alla chiesa.
-E' inginocchiarsi di fronte al Santo e chiedere perdono.
-E' la sensazione di sentirsi più leggero, più puro.
-E' la consapevolezza di aver compiuto un atto di rispetto
e di devozione.


-E' sentirsi il giorno dopo a pezzi, ma felice.
-E' non vedere l'ora di ripetere l'esperienza.
-E' sperare che questo serva a farci diventare più buoni e
meno egoisti.
-E' pregare il Santo di darci la forza affinche possiamo continuare
ad andarlo a trovare nella sua casa, negli anni a venire,
seguendo le sue orme.


P.S.

Il 1° giugno, con la sua benedizione, ripercorreremo di nuovo
quei sentieri a lui ed a noi cari, che attraverso la Montagna
Magna, ci porteranno alla Casa del Santo.
Si spera di poter organizzare una grande manifestazione in
suo onore.
L'intento è che questo evento, che ormai si ripete da molti anni
il 1° aprile ed il 1° giugno, stimoli la coscienza nelle nostre comunità
sull'importanza del nostro patrono.
L'augurio è che il 1° giugno, oltre al Gruppo Della Memoria, tantissime
persone si mettano in cammino per seguire le orme di San Francesco.

Chiunque voglia partecipare al pellegrinaggio, può mandare una
email a questo indirizzo: francoformoso@libero.it