mercoledì 8 aprile 2009

***SULLE ORME DI SAN FRANCESCO***.....


PROLOGO:
E' sempre una bellissima esperienza.
E' sempre una grande emozione.
Quello di quest'anno è il mio 14° pellegrinaggio, ma è sempre
come se fosse il primo. Quando viene il periodo, inizio a sentirmi
elettrizzato, mi prende una smania, una voglia, conto i giorni
desidero che passino in fretta per poter partire. E questa cosa


questa vibrazione, la percepisco anche nei miei amici, nei
compagni di viaggio di questa straordinaria traversata.
E' da anni ormai che condividiamo questa esperienza, la
sentiamo nostra, ci prende, fa parte di noi. Negli ultimi giorni
non si parla d'altro, non esiste nessuna cosa. Io faccio e disfaccio
tante volte lo zaino, mi fa sentire pronto a partire anche se il
giorno non è ancora arrivato.


2 APRILE 2009 ore 02,00:
In piazza a Mongrassano, oltre al nocciolo duro: Io, Pasqualino,
Paolo, Tonino, Marcello, Tonino, ci sono due "new entry".
Siamo pronti, carichi, zaino in spalla, il bastone, compagno di
tutti i passati viaggi (quest'anno gli farò la 14a tacca).
La notte è tiepida non c'è vento, alle 02,20 dalla località
"aia del vento", iniziamo a percorrere il sentiero che ci porterà
14 ore dopo al Santuario di Paola.

La montagna è splendida stanotte, non si muove una foglia,
ogni tanto il suono di qualche animale notturno, per il resto
solo silenzio e buio e otto luci che seguono le ORME DI SAN
FRANCESCO DI PAOLA.
Il cammino è lungo e faticoso, ormai siamo consapevoli di cosa
ci aspetta. Negli anni passati abbiamo incontrato di tutto: pioggia,
nebbia, vento, neve, grandine, niente ci ha mai fermato. Siamo
partiti comunque a prescindere dalle condizioni del tempo,
ormai è una devozione, una promessa. Giorno 2 aprile noi dobbiano
essere là. E siamo sempre arrivati: A volte acciaccati, stanchi,
a volte provati ma sempre con lo spirito e la voglia di andare a
prostrarci vicino al Santo per ricordargli la nostra devozione.






Arriviamo al rifugio a Serra dei Muli, sono le 04,30. Prima sosta.
Accendiamo come consuetudine vuole il fuoco. Ci asciughiamo il
sudore e ci rifocilliamo un pò. Nel frattempo il tempo è cambiato,
una fitta nebbia umida ci accoglie ed ogni tanto una sottile
pioggerellina ci ricorda che qualche sacrificio qualche penitenza
dobbiamo farla per redimerci da qualche peccato e poterci
presentare di fronte al Santo un pò più puri.

Alle 05,15 si riparte. Equipaggiati di tutto punto iniziamo
a camminare e presto arriviamo al "Faggio di San Francesco"
dove ci fermiamo per salutare la statua del Santo, fare una
preghiera e chiedergli di guidare i nostri passi fino alla sua casa.
Ripartiamo e subito ci aspetta la dura salita che porta alle
"cinque vie". Uno spiraglio di luce, una striscia di cielo grigio
nella coltre di nebbia, ci fa capire che sta facendo giorno mentre
noi attacchiamo la ripida rampa che sale alla cresta.









Da qui in avanti il cammino diventa più agevole, l'atmosfera
è allegra e divertente grazie alla simpatia di Paolo e di
tuti gli altri. Si avanza ridendo ed in armonia. A volte ci
isoliamo per pensare, per riflettere, poi di nuovo insieme
a chiacchierare a ricordare storie passate. E' un fiume che scorre
una girandola di emozioni e sensazioni dovute a tanti fattori:
il pellegrinaggio; la bellezza della montagna, dei boschi; il
divertimento; le riflessioni; l'incontro con qualche animaletto raro;
il cammino.

Questo è lo spirito di questo gruppo, quello che ci contraddistingue.
La nostra semplicità, la nostra umiltà, la nostra amicizia, la
nostra bontà.
Proseguendo sempre nella nebbia e sotto la pioggia, arriviamo
a località "5 miglia". Qua la sosta è d'obbligo e si mangia qualcosa.
Dopo una fermata più o meno lunga, si prosegue per la località
"laghicello" e da li si imbocca il sentiero che porta sul crinale
della montagna che sovrasta Paola ed il Santuario di San Francesco.
Adesso la stanchezza si fa sentire ma ci sentiamo pronti ad
affrontare l'ultima tappa che è anche la più difficile perchè è
tutta in discesa e dopo 10 - 11 ore di cammino, le articolazioni
sono un pò provate.












La nebbia non ci vuole lasciare, sotto di noi c'è solo uno
spesso manto di nubi miste alla nebbia , là dove c'è il Santuario
ed il mare. Ogni volta che arrivo qua, provo una grande emozione.
Vedere la meta, mi fa sentire bene, mi fa passare la stanchezza.
Penso che i miei sforzi alla fine sono serviti perchè sto arrivando.
Da qui quando il tempo è limpido, con la vista si può spaziare su
un ampio tratto della costa tirrenica. A volte vedere lo Stromboli.
Poi i primi contrafforti dell'Orsomarso che sembrano vegliare
sulla costa. Sotto, ancora, la Casa di San Francesco, che ti lancia il
mistico richiamo. Gli spazi sembrano restringersi e la via appare
evidente, bisogna solo percorrerla.














Mentre facciamo l'ultimo tratto di strada, la nebbia ci lascia
ed il sole coi suoi raggi oltre a riscaldarci, illumina di riflessi
dorati il Santuario.
Arrivato al Fiume di San Francesco, mantengo una promessa
fatta qualche giorno prima e lo trapasso a piedi nudi, poi aspetto
i miei compagni e ci avviamo verso il Santuario, per andare,
come prima cosa, ad inginocchiarci davanti alla cappelletta
dove il Santo faceva penitenza. Il viaggio è finito.
Siamo arrivati.






















































































































































































































































































EPILOGO:

Ripercorrere le ORME DI SAN FRANCESCO, è un qualcosa
che viene da lontano, qualcosa che si era perduto, qualcosa
che si è ritrovato. Non è una semplice camminata, non è un
semplice pellegrinaggio... partire...arrivare... e via, ma è
molto di più.
Per ognuno di noi che ormai da anni lo facciamo, è un qualcosa
di profondo, è una prova, è una devozione.
-E' amicizia, perchè condividiamo momenti di grande comunione che
non fanno altro che rinsaldare quei rapporti già ben instaurati.
-E' fare i conti con la propria coscienza. In queste ore sono tanti i
momenti di solitudine e di isolamento in cui uno è solo coi suoi
pensieri e con se stesso ed affronta le proprie paure, fa le sue
riflessioni serenamente, cerca di riconoscere i propri errori,
rafforza le proprie certezze e le proprie convinzioni.
-E' allegria, è divertimento, è svago.
-E' sacrificio, è sforzo, è penitenza.
-E' ammirazione della natura in tutti i suoi elementi.
-E' gustarsi la notte.
-E' vedere spuntare il nuovo giorno.
-E' assaggiare la nebbia, la pioggia, la neve.
-E' sentire il vento.
-E' ascoltare i suoni della montagna.
-E' riscoprire la montagna.
-E' percorrere ogni anno lo stesso sentiero ed ogni anno
ritrovarlo cambiato, diverso.

-E' vedere i luoghi, i boschi che si attraversano , ed ammirarne
le bellezze.
-E' attraversare la montagna ed arrivare al mare.
-E' sentire il canto degli uccelli.
-E' scrutare l'orizzonte, riempirsi della vista del mare dall'alto.
-E' sentirsi stanchi ma avanzare lo stesso.
-E' pregare, riscoprire la fede.
-E' provare quella indefinibile emozione quando si arriva alla chiesa.
-E' inginocchiarsi di fronte al Santo e chiedere perdono.
-E' la sensazione di sentirsi più leggero, più puro.
-E' la consapevolezza di aver compiuto un atto di rispetto
e di devozione.


-E' sentirsi il giorno dopo a pezzi, ma felice.
-E' non vedere l'ora di ripetere l'esperienza.
-E' sperare che questo serva a farci diventare più buoni e
meno egoisti.
-E' pregare il Santo di darci la forza affinche possiamo continuare
ad andarlo a trovare nella sua casa, negli anni a venire,
seguendo le sue orme.


P.S.

Il 1° giugno, con la sua benedizione, ripercorreremo di nuovo
quei sentieri a lui ed a noi cari, che attraverso la Montagna
Magna, ci porteranno alla Casa del Santo.
Si spera di poter organizzare una grande manifestazione in
suo onore.
L'intento è che questo evento, che ormai si ripete da molti anni
il 1° aprile ed il 1° giugno, stimoli la coscienza nelle nostre comunità
sull'importanza del nostro patrono.
L'augurio è che il 1° giugno, oltre al Gruppo Della Memoria, tantissime
persone si mettano in cammino per seguire le orme di San Francesco.

Chiunque voglia partecipare al pellegrinaggio, può mandare una
email a questo indirizzo: francoformoso@libero.it




















































1 commento:

Roberto Angelo Motta ha detto...

Affrontare il pellegrinaggio è sempre una grande emozione.
Vivi gli stati d'animo e il cammino con la lentezza di chi sa aprire il cuore al mistero e la consapevolezza che alla fine del viaggio la vita si colorerà di una purezza ritrovata.
ULTREYA!
Nuwanda