martedì 18 marzo 2014

MONTEA...canale nord-ovest





















































E venne il giorno della Montea. E’ inutile, sia 
a livello personale che come CAI CASTROVILLARI, 
ci sono delle montagne che ogni anno è d’d’obbligo salire! 
Sia in invernale che in estiva. Una è il Dolcedorme, l’altra è
 la “Regina”, “The Queen”, la più selvaggia, la più bella: La Montea.
Dopo la bellissima uscita del gennaio 2013, in cui 
trovammo una giornata da favola con scenari stupendi, 
un amico del Cai di Bari (Mino D’Amico) mi telefona
 e mi chiede se si poteva organizzare un’intersezionale
 col Cai di Bari, e se possibile andare anche quest’anno
 sulla Montea. Per me va bene, è sempre un piacere 
salire su quelle aspre vette. E cosi facciamo. 
Successivamente si aggiungono altri gruppi e , 
insomma, anche quest’anno si prevede un’altra bella carovana.                                     Come dicevo prima: venne il giorno della Montea!
L’idea era di fare un giro ad anello salendo per la 
Serra del Finocchio e poi una volta in vetta, tornare 
per la via classica, facendo un anello molto panoramico
 e spettacolare. Poi con il freddo e l’ambiente innevato, 
si sperava anche in una escursione tecnica e divertente. 
Ma purtroppo il “non inverno” di quest’anno ci ha 
obbligati a cambiare i programmi. Qualche giorno 
prima, constatando che  il versante sud era senza 
neve a causa delle scarse nevicate e delle temperature
 elevate (quasi estive), parlandone con Massimo l’altro 
organizzatore , per non cambiare montagna si decide di 
fare il canale NO. Sperando di trovarlo in condizione.
Ci troviamo a Buonvicino la mattina alle 7,00. Ci siamo
 noi del Cai di Castrovillari, il Cai di Bari, Il Cai di Verbicaro, 
il Cai di Reggio C, , L’associazione Geotrek di 
Castellana Grotte, il Soccorso Speleo Calabrese 
nonché amici di Grottaglie (TA) e di altre svariate 
parti della Calabria e di altre regioni. Che dire, un’altra 
bella combriccola anche quest’anno. Dulcis in fundo, 
ciliegina sulla torta, il CNSAS Calabria – Stazione Pollino, 
ha organizzato per quel giorno un’esercitazione di elisoccorso
 e quindi sono presenti le squadre “Tirreno” e “Montea”.
Alla partenza siamo in 32. Dopo aver attraversato
 il fiume, ci avviamo verso i ruderi dell’antico abitato 
di Serrapodolo e seguiamo il greto asciutto del torrente . 
Imboccato il vallone sotto Serra Commaroso, dopo 
un bel pò incontriamo il canale. La giornata è caldissima
 e serena, si suda e nella pietraia del canale le difficoltà 
sono non poche. L’anno scorso quando con alcuni amici
 l’abbiamo risalito, abbiamo trovato la neve molto tempo
 prima. Dopo i primi 500 m finalmente incontriamo la neve. 
Una lingua sottile, all’inizio molto esile ma bella dura e
 compatta. Promette bene. In questo punto noi del 
Soccorso ci fermiamo. Infatti è il punto scelto dove
 verrà a prelevarci l’elicottero per portarci in vetta. 
Gli altri, indossati i ramponi, iniziano a salire. 
L’appuntamento è sopra, in vetta. Dato che io 
e Massimo ci imbarcheremo per primi, rimaniamo 
d’accordo con gli altri che li andremo ad incrociare prima 
della vetta per fare l’ultimo tratto assieme. Arrivato
 l’elicottero, inizia l’esercitazione. Purtroppo a quest’ora
 sulla vetta c’è nebbia e quindi causa la scarsa visibilità, 
siamo costretti a sbarcare un pò più giù.
E’ bellissimo ammirare la Montea dall’alto, vedere i suoi
 versanti, i suoi canali, i suoi dirupi, i suoi saliscendi. 
Sono esperienze che difficilmente si potranno dimenticare.
Sbarcati Io e Massimo, in breve raggiungiamo il canale 
dove avevamo intenzione di far salire il gruppo. 
Montata una corda dato che gli ultimi 5 metri sono scoperti, 
ci caliamo e discendiamo il canale per andare ad incrociare
 gli altri. Purtroppo, essendo arrivati prima di noi ,
 li manchiamo per poco. Sono saliti da un’altra parte. 
Peccato, il canale era proprio bello da salire. 
Allora risaliamo e dopo un po’ ci ritroviamo tutti in vetta.
 30 persone sulla vetta della Montea per il Canale NO. 
Un nutrito gruppo di persone provenienti da varie regioni
 ma animate dallo stesso spirito e dalle stesse passioni.
 E’ un grande amore per la montagna quello che spinge t
anti individui ad alzarsi di notte e percorrere tanti km,  per
 poi scalare una montagna e alla fine rifare lo stesso 
percorso per tornare a casa. Sono da ammirare per la loro
 passione, la loro forza e la loro determinazione. 
Sono esempi di vita di cui tutti dovrebbero far tesoro.
Sulla vetta di questa magica montagna, le visioni sono 
mozzafiato. Una linea come uno spartiacque divide la cresta. 
A nord il bianco della neve, a sud lo scuro della roccia.
 Siamo quassù, le fotocamere producono click di continuo, 
pacche sulle spalle e abbracci per chi per la prima volta 
mette piede qua sopra ma anche per chi oramai ha perso 
il conto di quante volte c’è stato. E poi l’offrirsi a vicenda 
ciò che ognuno ha portato, lo scambiarsi impressioni e
 pareri, il vivere assieme tante  emozioni unite al piacere di 
incontrare di nuovo amici e compagni d’avventura, conoscere
 gente nuova e il rinsaldarsi di antiche amicizie è qualcosa 
di stupendo…di magico. Cosi come è magico vedere negli 
occhi delle persone la gioia, la gioia e la soddisfazione che
 prendono il posto della fatica e dello sforzo.
Tutto questo non ha prezzo. Mi emoziona… e sapere che 
ho contribuito a far si che questo si verificasse, mi riempie 
d’orgoglio e di soddisfazione. Mi viene in mente il motto 
del CAI per i festeggiamenti dei 150 anni: La montagna 
che unisce!!! Io vorrei aggiungere: che aiuta, che forma, 
che tempra, che rende felice, che fa sognare.
Arriva l’ora di scendere, è un po’ tardi e sappiamo già
 che ci prenderà il buio, ma è normale, cerchiamo di fare
 in modo di arrivare ad imboccare il sentiero alla fine del 
canalone prima che scenda l’oscurità. Una parte scende 
dalla via normale (chi è sprovvisto di imbrago e doppia 
piccozza), gli altri li facciamo scendere dal canalino che 
avevamo in mente per l’ultima parte della salita. 
Anche questa risulterà un’altra bella esperienza per chi 
non l’aveva mai fatta. La calata in corda, la pendenza e 
  la neve dura producono quel po’ di adrenalina e quel
 pizzico di brivido che rendono affascinante ed incancellabile 
questa avventura. Il tutto  in piena sicurezza sotto l’occhio
 del Soccorso Alpino e degli organizzatori. 
Tutta gente competente e professionale.
Tutto procede serenamente e la discesa si svolge
 nel migliore dei modi. Arrivati alla fine del canale, togliamo
 i ramponi e ci avviamo sul sentiero. Il buio ci avvolge 
dopo poco tempo. Alla luce delle frontali percorriamo l’ultimo 
tratto, la stanchezza si fa sentire ma è normale, l’uscita di 
oggi non era semplice. Sono le 19,30 quando l’ultimo gruppo 
raggiunge le auto.
Anche quella di oggi è stata , consentitemelo, un’impresa
 straordinaria. E’ la prima volta che 30 persone risalgono 
il Canale NO della Montea. Pensare che fino a tempo fa,
 questa era solo una cosa per pochi temerari, e il solo pensare 
a tante persone in una volta sola, era quantomeno folle.
La montagna è anche questo. Pian piano ci stiamo avvicinando
 a ciò che in altri posti è la normalità. Questa è la strada da seguire!!
 Un’altra grande soddisfazione e motivo di orgoglio  è 
il fatto che negli ultimi anni, grazie ad un gruppo di alpinisti 
e amanti della montagna (fra cui mi inserisco anch’io) spinti 
dallo spirito d’avventura e di esplorazione ma anche forti di
 esperienze e competenze, si stanno scoprendo tanti luoghi e 
aprendo tante vie alpinistiche nel nostro meraviglioso Parco del
 Pollino. Canali, pareti che prima erano proibitivi e sconosciuti, 
man mano vengono  risaliti e rivelati al popolo della montagna.
E’ l’ora di salutarci. Baci, abbracci, promesse di rivederci presto.
 Ognuno prende la via del ritorno. Sono sicuro che la giornata di 
oggi rimarrà indelebile nella mente di ognuno. Si ritornerà a casa 
magari stanchi ma piu ricchi e con la sensazione di aver vissuto 
qualcosa di importante e di straordinario.
A tutto questo abbiamo contribuito in minima parte noi uomini, 
ma il merito maggiore va a lei: “The Queen” La Montea.



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