lunedì 9 novembre 2009

*** IL BRIVIDO DEL VUOTO ***













































Alcuni la chiamano la cengia sul raganello!!! Alcuni lo chiamano il sentiero delle capre. Io penso di non sbagliare a chiamarlo l'orlo dell'abisso.... Ed è proprio su quest'orlo che domenica scorsa i soliti " irriducibili " siamo andati a misurare il nostro coraggio e forse la nostra follia. La mattina all'appuntamento siamo io, Max e Gigi. La giornata non è proprio l'ideale infatti le previsioni portano pioggia nel pomeriggio , ma sul versante ionico è limpido e forse non dovrebbe piovere. Arrivati sul posto, lasciamo le macchine e controllati gli zaini e le attrezzature che ci servono, prendiamo il sentiero che porta sulla Timpa del Demanio. Imboccato il sentierino che scende verso destra, di li a poco ci troviamo di fronte a uno spettacolo pauroso, da brividi, ma nello stesso tempo affascinante. Un largo canyon alto forse 5oo metri. Una lunga ferita nelle cui profondità scorre impetuoso il Torrente Raganello. Sotto di noi il paesino di Civita che dall'alto sembra un presepe, poi questo abisso che continua a perdersi a vista d'occhio e in lontananza sull'altro lato del torrente le imponenti timpe di Cassano e di Porace. Dal basso questa parete l'avevo vista parecchie volte e già faceva la sua bella impressione, ma dall'alto è tutta un'altra cosa. Al primo impatto una sensazione di vuoto. Sento crescere in me la paura e una vocina dentro dice di tornare indietro. Mentre percorriamo il sentierino che costeggia l'abisso, questa paura non mi lascia, questo senso di apprensione non diminuisce nemmeno di fronte alla bellezza del luogo. Nello stesso tempo l'adrenalina sale, questo fascino del vuoto, questa ebbrezza del pericolo , sembrano accarezzarmi , un perverso e dolce invito ad andare avanti. L'apice poi lo raggiungo quando arriviamo all'entrata vera e propria della cengia. Quando Max mi indica qual'è, provo una specie di pressione al petto. I miei occhi vedono una striscia di sentierino che taglia la parete con un salto di 400 metri in basso. Questo è il momento in cui penso veramente di arrendermi. Non fa per me...voglio andare via. Anche Gigi ha paura. Poi penso che è normale avere paura. Non sarebbe normale il contrario. L'impatto con questa altezza porta un pò di apprensione. Poi vedo Max (lu ciuatu) che si sta arrotolando dalle risate nel vedere i nostri visi preoccupati. Ci fa addirittura un filmato e continua a ridere. Comunque scendiamo e ci caliamo nella cengia vera e propria . Da qui in poi la mia paura passa, sono tranquillo. Sono concentrato e sto attento a dove metto i piedi. Passo dopo passo percorro questa esile cengia con la sicurezza di sempre e capisco che è stato solo il primo impatto a mettermi paura. Neanche i 400 metri di vuoto mi fanno più impressione. Mi godo questa nuova avventura con la consapevolezza di essere forte ma nello stesso tempo umile. Provo emozioni diverse. Non è la solita escursione. Qua c'è tutto di più. C'è l'ebbrezza del rischio!!! C'è il brivido del vuoto!!! C'è l'adrenalinico tremito del pericolo!!! C'è l'intensità della paura!!! C'è l'esaltazione!!! C'è un pizzico di follia!!! C'è l'entusiasmo!!! C'è il volersi misurare per capire dove puoi arrivare. Il tempo, che all'inizio è stato clemente, decide di cambiare. Nuvoloni scuri arrivano verso di noi e capiamo che non è possibile andare oltre. Non sarebbe troppo salutare farci sorprendere da un temporale sulla cengia. Allora si torna indietro. La cengia rimane la. Possiamo venire a completarla un'altra volta. Infatti arrivati alle macchine iniziano a cadere le prime gocce di pioggia. A questo punto, visto che ancora è presto, non ci rimane altro che andare a rifugiarci nel ristorante che più di una volta ci ha visti reduci da uscite purtroppo interrotte dal maltempo. GIGINO........ ASPETTACI.........STIAMO ARRIVANDO...... Anche queste cose son figlie della montagna............. o no??????



3 commenti:

Roberto Angelo Motta ha detto...

Niente da dire....il FALCO vola, maestoso dispiega le sue ali "sull'orlo dell'abisso.
Complimenti a tutti.
Un forte abbraccio Frà.
Nuwanda

Turi ha detto...

Davvero emozionante...quasi quasi mi fa venire i brividi....mi si grizza lù pilu!!!
Bravi guagliò!!!

meditate gente meditate..... ha detto...

Ciao Falco, anche questa volta abbiamo fatto l'impresa. E' bello affrontare queste prove con un gruppo come questo, è bello ed elettrizzante avere paura nel misurarsi con la natura. Paura si, come dici anche tu, ma con la consapevolezza di mettersi in gioco con persone straordinarie. Non saremo dei Messner, ma siamo consapevoli delle nostre capacità e dei nostri limiti. E ogni volta che riusciamo a superarli aggiungiamo un passo in più nel nostro cammino di formazione, di amanti della natura, di alpinisti e in fin dei conti uomini.