mercoledì 21 gennaio 2009

***** L'ULTIMO PARADISO*****






















La Befana ha portato una giornata limpida e serena, forse
l'unica degli ultimi tempi, uno scorcio di primavera in questo
inverno piovoso e prepotente.
In lontananza la Catena del Pollino ed i Monti dell'Orsomarso
svettano coperti da uno spettacolare manto innevato.




















Imbiancata è la cresta della Manfriana, candide e pure
strisce cristalline , coprono i frastagliati canaloni
del Dolcedorme, cosi come sepolte sotto la neve sono la
cima del Pollino e la gobba di Serra Del Prete.
E poi ancora, spaziando con la vista, un bianco candore
addolcisce l'austero Cozzo Pellegrino, la timida Mula,
l'impervia Montea e l'arcigno Monte La Caccia.


I primi raggi del sole, che filtrano dagli alberi, creano uno
svariato scintillio tra le foglie ghiacciate, ed a tratti, illuminano,
l'infreddolito viso dei due audaci che avanzano sul sentiero
quasi in timoroso silenzio, immersi in un paesaggio fantastico
e sublime in cui, infinite visioni e pensieri sfuggevoli, si
alternano e si fondono tra loro.
Ogni tanto, la caduta della neve che si scioglie al calore del sole,
sembra riportare alla realtà, ed ecco che allora, frenetici click
rivelano la voglia di immortalare luoghi e vedute da sogno.














Oggi i desideri sono tanti, voglia di montagna, di neve, di
duro ghiaccio e di sano freddo; voglia di estraniarsi, voglia
di alienazione.
Si sente la necessità di evadere dalla realtà di tutti i giorni
e di trovarsi in solitudine, immersi in questo paradiso, con
i propri pensieri, le proprie certezze, le proprie debolezze
e le proprie paure.



































Man mano che si sale la natura ed il paesaggio cambiano,
gli innevati alberi lasciano il posto a ghiacciate rocce che
invitano ad essere scalate.
Cosa sarebbe la vita senza lo spirito dell'avventura?
senza il sano gusto del rischio? senza le passioni?
........una cosa piatta, un paio di pantofole ed un divano
...............un televisore che ti bombarda con talpe....
grandi fratelli........ed isole dei famosi.







Ed allora con tutta l'umiltà ed il rispetto possibile, ecco che
si scalano quelle rocce ed altrettanto si rinuncia quando
l'impresa comporta rischi o pericoli.
Più si va in alto e più la neve è profonda, gli alberi, ammantati,
creano forme bizzarre, ed i torrioni ghiacciati, sembrano
lanciare una silenziosa sfida.
E' come entrare in un altro mondo, in una dimensione magica
ed irreale dove tutto è possibile e niente è precluso, in uno
stato di esaltazione per cui non si sente più nè la fatica nè la
stanchezza, ma prevale solamente la forza e la voglia di
raggiungere la meta.

























L'atmosfera è da sogno, il silenzio innaturale è rotto solo
dal rumore dei passi sulla neve e dal respiro affannoso,
e mentre i due, legati, arrancano ed attaccano l'ultimo irto
e ripido canalone, il sole, col suo calore ed i suoi raggi, oltre
a far scorrere gocce di sudore sui visi arrossati, contribuisce
a creare giochi d'ombra ed armoniosi luccichii.
Di tanto in tanto, pezzi di ghiaccio, si staccano dai rami spogli
degli ultimi pini loricati posti a guardia della cresta, e,
scivolando fino a scomparire nel nulla, creano pioggie di luci.
Per lunghi periodi è come se il corpo e la mente evadano uno
dall'altra: il fisico avanza deciso ed instancabile verso la meta
e la mente invece spazia nei suoi meandri reali e fantastici.




























































































Oggi la montagna è poesia, il puro candore della neve è
disarmante, la robustezza e l'integrità dei ghiacci fanno
da scudo alle rocce immacolate ed austere.
Poi l'azzurro del cielo, cosi intenso, che a tratti sembra
assumere, indistinte sfumature tra il blu degli oceani ed il
nero dell'oblio.
Improvvisi ed intensi banchi di nebbia, che a volte
salgono dal basso ed a volte scendono dalla vetta, si alternano
cosi velocemente che in poco tempo si passa dalla limpidezza
all'opaca visibilità.




























































































E' una splendida e indefinibile cacofonia di colori e contorni
che sfocia a tratti nella surrealità. Di fronte a tutto questo
non rimane che ammirare e vivere nel migliore dei modi
quello che appare agli occhi.
Oramai mancano pochi metri e superato un piccolo ma
difficile passaggio su ghiaccio, si raggiunge la cresta, dove
un idilliaco panorama permette agli occhi di deliziarsi a 360 °.
Un vento tiepido e leggero, nonchè generoso, accoglie i due
alpinisti, quasi a volerli ricompensare di tutte le fatiche.
La sottile linea di cresta che porta alla vetta è talmente
intatta ed immacolata, che sembra di commettere un atto
impuro nel profanarla camminandoci sopra.
Di fronte a tanta maestosità vien da chiedersi, chi siamo noi?
qual'è il nostro ruolo in tutto questo? la natura ha davvero
bisogno di noi?
Le risposte possono essere poche o molte o nessuna, c'è
invece una sola certezza: Noi siamo una parte infinitesimale
di un mondo perfetto, che purtroppo l'uomo, con la sua
crudeltà, arroganza, violenza, impietuosità e vigliaccheria,
sta distruggendo.
Si spera solo che le generazioni a venire, possano godere di
questa magnificenza.
I pochi faranno di tutto per difendere quel pò che rimane.














































































































































































































































































































































































































































































































































































































La vetta è raggiunta, non cè bisogno di parole, una stretta
di mano sancisce l'impresa, rafforza i rapporti e rinsalda
quei sentimenti di amicizia e di reciproca stima che solo in
montagna possono nascere,








































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































E' ora di scendere, per ritornare alla realtà, alla famiglia, ai
figli, alla vita quotidiana. Resta la consapevolezza di aver
preso parte ad una splendida avventura e di aver acquisito
una nuova forza.
Simili emozioni non si possono esprimere a parole e certe
sensazioni si provano solo se esperienze del genere, vengono
vissute.




























































Sulla via del ritorno, spesso la testa si gira e gli occhi si
soffermano lassù alla cima innevata, e mentre sulla bocca
compare uno sfuggevole sorriso, un pensiero scorre nella
mente ed allora, dopo un un ultimo sguardo, le labbra
sussurrano..........GRAZIE DI ESISTERE.......... .















































































































































































































































































































1 commento:

dolcedorme ha detto...

Caro Marry, sono d'accordo con te, certe emozioni se non le vivi non puoi capirle... a chi le vai a raccontare le indescrivibili emozioni che si provano mentre si fatica in un ambiente che si sa, non è adatto all'uomo, che lo pùò solo accogliere come ospite per poco tempo, un ambiente così rigoroso nel quale non si può errare. E' stata una giornata stupenda...è vero, ringraziamo Dio di averci dato tutto questo, la montagna unisce, l'ho ormai constatato, la montagna ti fa trovare amici che non troveresti altrove... A presto, danzatore!!!